I documenti segreti di Facebook
Un segreto di Instagram / Le novità Apple / Via da Twitter? / TikTok è la nuova TV?
E’ stata una settimana intensa di ripresa del lavoro in presenza e di ritorno a Milano. Non ho avuto modo di scrivere qualcosa di nuovo sul blog, ma ti rilancio la riflessione sul Web3 che era nella scorsa newsletter (si, quella che non hai letto perché appena tornato dalle vacanze).
📅 Sono stato invitato da Research Chapter a dialogare col mitico Nando Pagnoncelli (IPSOS) sui diversi approcci metodologici alla ricerca sociale, quelli tradizionali e quelli abilitati dalla tecnologia (una sorta di “sondaggi vs web listening”). L’evento è aperto a tutti e si vedrà in streaming Giovedì 23 settembre alle 17.
📰 News
Facebook sotto attacco: il Wall Street Journal è venuto in possesso di una serie di documenti interni che fanno luce su alcune scelte opinabili di Zuck e li sta pubblicando a puntate.
L’articolo più interessante è quello che riguarda le decisioni sul funzionamento dell’algoritmo.
Nel 2017-18 Facebook notò un calo dell’engagement (like e reshare) probabilmente dovuto ad un maggiore consumo passivo di video.
Zuck decise di dare più spazio e peso a contenuti pubblicati da amici, in particolare quelli con molti commenti e reshare. Di conseguenza gli editori e i partiti videro calare l’engagement dei loro contenuti e decisero di controbattere, aumentando i post divisivi e sensazionalistici per stimolare le ricondivisioni.
Alcuni ricercatori di FB avvertirono di questo effetto collaterale Zuck, chiedendogli di ridurre il peso dei reshare di post non originali (tra cui quelli di news e partiti). Ma Mark decise di continuare su quella strada per evitare di tornare al punto iniziale (non è una novità: lo scopo di FB è tenere le persone in piattaforma per più tempo, in modo da aumentare la probabilità che si imbattano in pubblicità).
Possiamo dare la colpa solo a Facebook, come fa il WSJ, senza considerare la contromossa di news e partiti? La realtà è molto complessa e ogni decisione sull’algoritmo ha pro e contro. Ci sarà sempre chi troverà il modo di aggirare le regole algoritmiche. L’ambiente sociale è sempre il risultato delle regole del gestore e dei comportamenti degli avventori.
Tra gli altri pezzi pubblicati c’è n’è uno che porta alla luce una survey dalla quale emerge che una parte dei teenager che usano Instagram (il 18% US e il 21% UK), lo considera peggiorativo della loro condizione psico-fisica. Percentuali che salgono se si prendo in esame i ragazzi che hanno problemi psicologici. Qui l’accusa del WSJ sarebbe che Facebook sapeva e non ha fatto nulla per impedirlo. Difficile capire come avrebbe potuto.
Il terzo pezzo critico riguarda la scoperta del programma “XCheck” che ha protetto 5,8 milioni di VIP dall’applicazione delle regole del social network. Due pesi e due misure che hanno consentito a personaggi come Neymar di fare azioni di “revenge porn” nei confronti di una donna che lo accusava.
Apple ha ospitato la consueta messa laica per mostrare i suoi prossimi prodotti. Come capita da un po’ di tempo, è rimasto deluso chi aspettava un momento wow. La macchina di Tim Cook è pensata per macinare utili producendo innovazione incrementale (che non è meno importante di quella dirompente). Alla base di tutto c’è la capacità di progettare i propri SoC che potenziano i nuovi prodotti rendendoli anche più efficienti di quelli della concorrenza.
Tra i prodotti presentati c’è l’iPhone 13 che brilla per il comparto foto video, l’iPad Mini che è diventato un concentrato di tecnologia e l’Apple Watch 7 con una superficie utile maggiore.
Andare via da Twitter: una riflessione amara di Massimo Mantellini su come è difficile stare sulla piattaforma oggi. Io penso che sia un effetto collaterale del successo di Mante e dell’arrivo delle masse.
La confusione di Instagram dopo l’acquisizione di Facebook e l’agitazione per capire come contrastare TikTok in un pezzo di Wired UK.
📈 Stats
Influencer Marketing: in Italia vale 272 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto al 2020 (stime UPA)
TikTok: il 35% degli utenti dice di passare meno tempo a guardare la TV da quando usa TikTok. Altre statistiche qui. E se fosse il social cinese ad essere diventato una TV? Lo sostiene Gianluca Diegoli nel pezzo TikTok come Televisione. In parte è vero, ma il fatto è che tutti i social media tendono a diventare televisioni nel senso di puntare sull’elemento visivo per trattenere le persone (seppur con modalità nuove).
🔧 Tools & Tips
Un segreto di Instagram: per essere individuati dal motore di ricerca bisogna usare parole chiave e hashtag nella descrizione, non nel primo commento. Lo consigliano loro
Facebook: nuove opzioni per stimolare le persone a scrivere alle aziende in chat e a richiedere un preventivo. Qui i dettagli.
Mubert: generatore di musica “royalty free” creata con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale.
Direcon: analytics per le applicazioni di Social Audio
🎁 Goodies
Le atmosfere acustiche di José James dal vivo per KEXP. Buon fine settimana!